«Vivere la montagna educa l’uomo a guardare il reale per quello che è: a volte duro, tremendo, altre volte meraviglioso. Essa non cela la sua bellezza, ma neppure fa sconti alla fatica: d’altra parte, sconti non possono essere concessi. All’uomo che vi si impegna, essa svela tutto il valore della realtà e della sua variegata composizione e diventa perciò oggetto di stupita contemplazione.
Il dono che si riceve vivendo pienamente e umilmente la montagna è la consapevolezza di quanto la nostra sia una semplice presenza a qualcosa di più grande, e ci libera così dalla sicumera di volerle imporre i nostri schemi. Andare per monti permette quindi di sperimentare e di accrescere le proprie capacità di affrontare in modo adeguato le varie difficoltà della vita (paura compresa) e parallelamente la disposizione a coglierne la bellezza.
Giunti in cima alla vetta la soddisfazione merita una festa: l’importante è che, scendendo, con l’acquietarsi del desiderio, non si cada nel tranello di veder esaurita la ricerca prima ancora di avercela fatta. La maturità aiuta a dare la misura giusta al tempo.
La scelta dei compagni coi quali andar per monti è fondamentale: io vado con chi sa andare come me e che, fraternamente, mi sa anche aiutare quando sono in difficoltà».
Don Fabio Baroncini (1942 – 2020)
Una cima raggiunta è il bordo di confine tra il finito e l’immenso.
(Erri De Luca)